venerdì 25 aprile 2014

Dottoressa Chiara

Era un po’ che non scrivevo e il motivo era l’arrivo del giorno della mia laurea. Sono finalmente una laureata anche io. Soddisfattissima del risultato ottenuto, ho anche festeggiato alla grande per alcuni giorni.
Ora sono in un periodo di relax totale e sto programmando un viaggio nella splendida Parigi. Dopo un periodo di così tanti impegni e stress, ci vuole una fuga prima di rimettersi a pensare al futuro. Come forse già molti sapranno, mi trasferirò al nord per proseguire gli studi e quindi al ritorno da Parigi dovrò mettermi alla ricerca di un appartamento da condividere con alcune amiche che si trasferiranno insieme a me.
Passando dal lato della Dottoressa a quello della Dea, questo periodo mi ha fatto capire chi realmente tiene a me come Dea e chi invece mi ha usata per passare il tempo, per provare qualcosa di nuovo e di diverso. Gli schiavi seri, davvero felici di servirmi e che ormai lo considerano come un compito del tutto naturale, mi sono stati vicino con la mente, anche se non potevo essere presente per gli ovvi impegni che una laurea comporta. Gli altri, quelli che si fanno sentire poco, solo quando decidono loro, si sono dimostrati dei perdenti, che senza la presenza della Dea fanno presto ad abbandonarla per dedicarsi ad altro, per poi riapparire dopo la laurea e far finta di niente.
Lo schiavo che mi ha dato più soddisfazioni è uno nuovissimo, che si è dimostrato devoto da subito ed è stato felice del mio risultato almeno quanto me. Ho ricevuto un sacco di attenzioni e complimenti da lui, che sa come trattare una Dea. Gli schiavi peggiori sono tutti coloro che non mi hanno neanche scritto “in bocca al lupo Dea”, ma poi sono riapparsi per parlare della loro vita. Beh, questa esperienza anche se mi ha abbattuta inizialmente, mi è servita per capire chi merita le mie attenzioni e chi no. Limiterò di molto i discorsi con i nuovi schiavi, per valutare meglio le loro reazioni e comportamenti: se ci tengono a servirmi devono darsi da fare, io non inseguo nessuno.
Uno schiavo che non sa neanche dedicare un buongiorno o una buonanotte alla sua Dea, che appare solo quando è più comodo e che non trova necessario sentirla ogni giorno, è solo un uomo come un altro. L’essere schiavi si deve sentire nell’anima ed è un peccato che molti usino questo termine per moda, quando in realtà non sono interessati alla donna e alla sua superiorità, ma semplicemente alle sensazioni che derivano dall’essere sottomessi e questo è totale EGOISMO.
Quindi le cose cambieranno sicuramente: più tempo per me, meno tempo per chi si propone come schiavo, tempo invariato per chi si è dimostrato un ottimo servitore. Ciò mi permetterà di vivere al meglio la dominazione e di non diventare come tantissime, che per colpa di “schiavi” idioti, hanno perso la pazienza e ora sono prepotenti ed arrabbiate. Sia chiaro, le capisco perché alcuni fanno proprio saltare i nervi, ma io sono generalmente una persona rilassata e tranquilla e voglio rimanere tale.

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