Il suo amore sconfinato per me lo ha convinto ad accettare il mio primo ordine di castità. Ma il servo era un recidivo e l’ordine è stato trasgredito, non raggiungendo nemmeno i tre giorni di astinenza. Ma ho voluto investire in lui, vedevo che aveva del potenziale. Gli ho ordinato cinque giorni di castità: è crollato al quarto. Al mio terzo ordine è riuscito finalmente a raggiungere la settimana di astinenza. Un grosso traguardo!
Pian piano il suo corpo subiva dei cambiamenti, iniziava a sentire meno l’esigenza di masturbarsi e soprattutto cominciava ad appassionarsi a cose che non aveva mai nemmeno notato. Dopo i primi fallimenti e ricadute il suo corpo iniziava a rispondere sempre meglio al mio addestramento, tanto che in un eccesso di bontà ho deciso di far sperimentare proprio a lui una castità da record: da quel momento in poi sarebbe stato casto e solo io avrei potuto dirgli quando l’astinenza sarebbe finita.
Non è un ordine che do a tutti, di fatti i miei schiavi solitamente hanno almeno due giorni al mese di libertà, proprio perché so che solo in pochi riescono ad arrivare a certi traguardi. Lui stesso alla quarta settimana stava per cedere… sono stata circa un’ora a parargli per farlo calmare e fargli capire le sue potenzialità. Gli ho fatto capire che lui poteva fare di più, poteva superare limiti che si era imposto a causa dell’abitudine. Che lui non era una bestia comandata dall'istinto.
Passavano i giorni. Passavano anche le settimane. Lui si stava abituando a questa nuova condizione. Ma io dovevo accertarmi che il suo corpo stesse effettivamente cambiando, che lo stessi effettivamente plasmando in un uomo migliore. Dopo 50 giorni gli ordinai di guardare un porno, uno dei suoi preferiti, dove una Miss usa uno strap on su uno schiavo secco come un osso. Secco come lui che guardava. Alla prima visione quasi pianse per il fastidio che provava. Quel porno risvegliava in lui istinti che stava faticosamente cercando di sopprimere. Analizzavo le sue reazioni tramite webcam e vedevo nei suoi occhi la pura sofferenza. Alla fine pianse. Finì il video e gli dissi di farsi una camomilla e asciugarsi le lacrime. Ci mise una ventina di minuti, ma alla fine riuscii a calmarlo. Dopodiché gli ordinai di riguardare il porno.
Lo vidi gettarsi in ginocchio e pregarmi, supplicarmi con tutto il cuore, con tutta la sua forza, di evitargli quella tortura, ma io non volli sentire ragioni e lui alla fine si zittì ed eseguì l’ordine, guardando il video non una, ma ben 4 volte consecutive. Ogni volta era più tranquillo della volta precedente. Stava prendendo il possesso delle sue pulsioni, non era più una vittima. Non ragionava più con il pene. Finì di guardare il video per l’ultima volta e mi ringraziò, perché si rese conto che lo stavo rendendo un uomo migliore. Schiavo sì, ma di una Padrona, non del suo corpo. Si stava abbandonando completamente al mio volere.
Con il passare delle settimane non teneva nemmeno più il conto dei giorni di astinenza a cui lo stavo sottoponendo. Io invece il conto lo tenevo, e con soddisfazione. Notavo i suoi risultati, stava diventando sempre più lo schiavo che volevo, completamente in mio possesso, con l’unico desiderio di rendere me fiera di lui. Arrivò il centesimo giorno ed io gli inviai un video in cui mi complimentavo e gli dicevo quanto fossi orgogliosa di lui. Vide il video mentre io lo osservavo in cam. Gli brillavano gli occhi, ma le lacrime questa volta erano di gioia. Lo lasciai solo per riflettere e per godersi quel solo giorno di libertà che gli davo.
Lo ricontattai il giorno dopo e mi confessò che, seppure aveva deciso di non sfruttare il giorno di libertà, di non toccarsi per conquistare ancora più valore ai miei occhi, alla fine non riuscì a resistere e volle liberarsi. È pur sempre un uomo, quindi le mie aspettative non erano così alte. Mi raccontò di averci impiegato più del normale per liberarsi, quasi non ricordava come dovesse fare per eccitarsi, ma alla fine ci riuscì e non fu squallido, non fu un movimento meccanico e privo di valore. Fu un atto isolato, unico, sentito.
Oggi lui è un uomo migliore, e non fa altro che ringraziarmi per quello che gli ho fatto. Ormai è talmente libero dai suoi istinti che talvolta è lui stesso ad autoinfliggersi la castità quando gli concedo qualche mese di libertà. Ciò che si è creato tra noi è unico e speciale, un rapporto di assoluta fiducia da parte di entrambi, ma anche di totale sottomissione da parte sua. Quest'esperienza ha reso lui migliore, più libero da se stesso per essere più legato a me, ma ha anche reso me una Padrona più capace, in grado di entrare nella testa del proprio schiavo e di capire lui e le sue emozioni con poco.
Il mio ordine, volto a renderlo migliore, può apparire egoistico, volto a soddisfare solo un mio lato sadico e per alimentare il mio potere, ma con tutta onestà. abbandonarsi a qualsiasi volere della propria Padrona non è proprio ciò che desidera ogni schiavo?
Quanto è potente, Dea.
RispondiEliminaAlex Cagnetto
grazie
RispondiEliminaBellissimo!
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